Cinque scene per uno sfondo (con un uomo impaziente, una donna in pensione, un fattorino in ritardo, due bambini annoiati, una coppia in crisi) è l’ultimo video di Francesco Pedraglio, realizzato per il MACTE in occasione della Giornata del Contemporaneo 2021.
Una tela dipinta con un portico e tre aperture accoglie diverse persone della città di Termoli intente nell’eseguire dei gesti comuni del loro quotidiano. Senza l’uso della parola, i soggetti presentati nell’elenco del titolo si susseguono (e in alcuni casi ricompaiono nella scena dell’altro) negoziando ognuno con la propria realtà.
La finta architettura dipinta e utilizzata come scenografia da Pedraglio ricorda il finto coro in stucco di Donato Bramante nella chiesa milanese di Santa Maria presso San Satiro, o meglio il suo stratagemma. Un espediente in cui il senso di dilatazione di uno spazio esiguo di 90 centimetri è suggerito da una soluzione ingannevole e di estrema bellezza, in cui la decorazione ornamentale contribuisce ad una resa di realtà. La rappresentazione dello spazio è data dalla fusione di strutture reali e immaginate, proprio come nel caso dell’opera in questione.
La pratica narrativa è uno strumento centrale nella ricerca dell’artista. Utilizzata attraverso diversi media – performance, video, libri d’artista – permette di decodificare spazi intimi e fatti legati ad eventi storici del passato. Autore di short-stories, Pedraglio mette in scena, come in questo caso specifico, una forma a narrazioni brevi interconnesse tra loro che enfatizzano l’idea di cornice, architettura portante che crea la scenografia dove le cinque scene si intrecciano.
I primi istanti di preparazione dell’ambiente sono caratterizzati da coordinate fornite dall’artista fuori e dentro il campo al videomaker e alle comparse e successivamente, pur delegando ad ognuno il proprio carattere, lo vedremo ricomparire nell’inquadratura per posizionare i suoi personaggi o fornire loro qualche indicazione. Al contempo, i sottotitoli presenti nell’incipit del video permettono a Pedraglio di offrire un contesto più ampio all’opera, un punto di partenza per interpretarla.
Pedraglio confessa nei sottotitoli che sono mesi che legge unicamente l’opera di una scrittrice di cui non menziona il nome ma che sappiamo essere Natalia Ginzburg. Ciò che rende per lui ancora più inaspettato questo nuovo interesse e modalità di approccio, è un’intervista televisiva in cui la scrittrice, presentando la sua autobiografia, riscopre il piacere di non dover inventare più niente. In stretta relazione a questo aneddoto, prima dell’inizio della scena uno, Pedraglio lascia allo spettatore un dubbio aperto in merito al video: non ci è dato sapere se si tratta di una messa in scena o della realtà.
L’apertura in media res del video rafforza l’idea che il luogo del portico non si costruisca su un’idea fissa ma possa ammettere una sospensione che contraddistingue l’opera come sua principale forza.
Lisa Andreani
Cinque scene per uno sfondo (con un uomo impaziente, una donna in pensione, un fattorino in ritardo, due bambini annoiati, una coppia in crisi) 2021
HD video, 10 minuti
Partecipanti in ordine di apparizione: Alfonso Mucci, Carmela Milito, Antonello Ragni, Pascal Arnaldino, Viola Arnaldino, Ilaria Basciano, Daniel Cuadros Mendez
Reggi telone: Marta Federici, Ylenia Regia Corte
Riprese video: Alfredo Mangione
Organizzazione: Amalia Vitale, Nadia Vitone, Caterina Riva
Prodotto dal MACTE e girato al Museo di Arte Contemporanea di Termoli