
Mostra "Scollamenti" ottobre 2025
Tano Festa nasce a Roma nel 1938. Nel 1952 si iscrive all’Istituto d’Arte, allora Festa era attratto soprattutto dagli effetti della reazione chimica, che si ottengono in camera oscura gettando l’acido direttamente sulla carta fotografica. Fin dagli inizi i compagni di Tano Festa sono i coetanei, Mario Schifano e Franco Angeli, e altri poco più giovani come Renato Mambor e Sergio Lombardo. Scuola di Piazza del Popolo, dal nome della piazza dove artisti e letterati erano soliti incontrarsi, intorno ai tavoli del Caffè Rosati o nella sede della galleria La Tartaruga. La prima esposizione di Tano Festa documentata è la partecipazione alla “Mostra di Pittura” per il “Premio Cinecittà”, organizzata dal Partito Comunista Italiano nell’ottobre 1958. Renato Mambor, che divise lo studio con Tano Festa tra il 1959 e il 1961, ricorda: “(...) Eravamo tutti attratti dal Surrealismo e Tano all’inizio faceva delle cose un po’ surreali, tante piccole ‘zoomorfe’, così le chiamava, erano come piccoli insetti. Eravamo tutti e due innamorati del primo Matta (...)”. Fin dagli inizi Tano Festa scrisse poesie. Si racconta che nel 1955 Festa regalasse poesie ai passanti sulla scalinata di piazza di Spagna, scritte su fogli illustrati dall’amico Ettore Sordini. Nel 1959 Tano Festa approda alla galleria La Salita di Gian Tomaso Liverani, all’epoca una delle sedi espositive più prestigiose a Roma per l’arte contemporanea. Espone, inizialmente, in una collettiva, insieme a Franco Angeli e a Giuseppe Uncini.
Nel 1960 Festa abbandona la gestualità informale e realizza i suoi primi dipinti monocromi. Privilegia il colore rosso solcato da strisce di carta, imbevute dello stesso colore, che scandiscono verticalmente la superficie del quadro. Il rosso di Tano Festa ricorda una materia organica come il sangue, ma anche la luce utilizzata nella camera oscura nella fasedell’impressione fotografica.
Nel 1960 Angeli, Festa, Lo Savio, Schifano e Uncini presentano al pubblico, con una serie di mostre, la loro nuova pittura anti- rappresentativa, aniconica, monocroma. Gli stessi artisti, infine, nel novembre del 1960, inaugurano a La Salita la nota mostra “Roma 60. 5 pittori”, presentata da Pierre Restany, il critico francese. Nel 1961 Festa comincerà a scandire la superficie dei suoi quadri non più con la carta, ma con listelli di legno disposti verticalmente a intervalli irregolari. Il legno, sostituendo la carta, contribuisce a dare un aspetto più oggettuale al quadro e l’uso di vernici industriali allontana definitivamente ogni partecipazione emotiva dell’autore.
Nel 1962 fanno il loro ingresso, nell’arte di Tano Festa, gli oggetti. Finestre, Porte, Armadi, oggetti del comune mobilio, ricostruiti dal falegname secondo il disegno dell’artista, privi di cardini, maniglie, serrature, perennemente chiusi.
Tano Festa muore nel 1988. Poco dopo la scomparsa dell’artista venne inaugurata una mostra antologica, a cura di Achille Bonito Oliva, ospitata dal Comune di Roma nei locali dell’ex Stabilimento Peroni, oggi Museo di Arte Contemporanea di Roma.
(Biografia emendata da quella di teresa Ruggeri, reperita sul sito dell'Archivio Tano Festa)