Presentata per la prima volta al pubblico nelle sale del Museo MACTE, l’opera Senza titolo (1996–2001) dell’artista mozambicano Malangatana Ngwenya si mostra come un grande dipinto composto da più parti combinabili. Il lavoro entra a far parte della collezione del MACTE dopo essere stato dipinto dall’artista a Termoli proprio nella Galleria Civica dove viene esposto nel 1996, in occasione di Archetyp’Art, mostra a cura di Antonio Picariello in collaborazione con FRAC Île de la Réunion, che metteva in dialogo sei artisti italiani e sei artisti africani, con produzioni di opere realizzate direttamente a Termoli.
Malangana richiede di preparare dei pannelli architettonici a coronamento semicircolare, che poi dipinge sul posto in più giornate e che ricordano le cimase dei polittici sacri occidentali. Le scene dipinte sono caratterizzate da una composizione densa e dinamica, che offre una prospettiva di rappresentazione africana di corpi e colori.
Malangatana Ngwenya (1936 – 2011) è stato poeta, attivista e artista visivo, figura di spicco nella scena artistica e politica mozambicana. È considerato uno dei pionieri del modernismo africano, per il modo in cui i suoi dipinti e disegni fondono il linguaggio visivo del cubismo occidentale con l'iconografia vernacolare mozambicana. La sua produzione si è incentrata sui temi dell’identità culturale del Mozambico, testimoniando le condizioni di violenza, fame e morte durante la lotta per l'indipendenza del paese – ottenuta nel 1975 – e nel periodo post-coloniale, segnato dalla guerra civile (1977-92). Nel 1971 Malangatana vince una borsa di studio dalla Fondazione Gulbenkian di Lisbona per studiare stampa e ceramica in Portogallo. In una carriera durata cinquant’anni, ha esposto in numerosi musei e gallerie in Mozambico e Portogallo, e in altri paesi quali Germania, Austria, Bulgaria, Cile, Brasile, Angola, Cuba, Stati Uniti, India e Italia.