Rammendo 1977
Tecnica mista
150 × 100 cm
XXII Premio Termoli 1977

Mostra "Scollamenti" ottobre 2025

Foto: Gianluca Di Ioia

Mimmo Conenna nasce a Bari nel 1942. Dopo la formazione accademica, intraprende un percorso che lo porterà a insegnare presso le Accademie di Bari e Lecce, rimanendo sempre legato alla Puglia e ai materiali della tradizione mediterranea.

La sua ricerca si afferma negli anni Settanta, periodo in cui sviluppa un linguaggio ironico e paradossale. I materiali prediletti dall’artista sono oggetti poveri e del quotidiano: stoffe, metallo, legno, puntine da disegno, olio d’oliva e di lino, utilizzati come medium pittorici e simbolici. In questi anni utilizza soprattutto la tecnica mista, in cui le opere sono un assemblaggio di questi materiali.

La composizione geometrica di Rammendo 1977, all'apparenza ordinata e calcolata, è in realtà caratterizzata da imperfezioni volontarie: tagli incompleti, fili pendenti, frammenti disposti in modo asimmetrico. Il risultato è una tensione continua tra controllo e disgregazione, tra costruzione e collasso. L'opera non si propone come oggetto compiuto, ma come processo aperto, campo di forze tra ordine razionale e caos materico.

Tra le tappe più importanti del suo percorso vi è la partecipazione alla Biennale di Venezia del 1978, dove gli viene dedicata una sala personale. Nel 1986 gli viene assegnato il ruolo di commissario alla sezione Ricognizione Sud della XI Quadriennale di Roma.

La poetica di Conenna si fonda su un uso consapevole e spiazzante della materia: l’olio diventa pittura e simbolo, le lattine litografiche supporti di nuove narrazioni, la stoffa strumento per ridare voce alla memoria. Le sue opere testimoniano una volontà costante di ridefinire i confini dell’arte, unendo oggetti quotidiani, ironia e riflessione critica sul linguaggio

Scompare prematuramente nel 1998. Oggi Conenna è ricordato come un artista capace di dare forma a una personale “arte concettuale mediterranea”, in cui materiali e simboli del Sud si trasformano in segni poetici universali.

Opera restaurata presso la Scuola di Restauro di Brera con tesi abilitante di Rebecca Scola, 2025.