Pittura G.R. 1982
18 elementi di legno e feltro dipinti
31 × 23 × 4 cm
XXVIII Premio Termoli 1983

Anna Cristinelli si è laureata nel 2022 con tesi abilitante alla professione di Restauratore di Beni Culturali presso la Scuola di Restauro dell'Accademia di Belle Arti di Brera.

Mostra "Scollamenti" ottobre 2025

Pino Pinelli (Catania, 1938 – Milano, 2024) inizia la sua formazione artistica in Sicilia, quando frequenta l’Accademia di Belle Arti. In questo periodo sviluppa una sensibilità particolare per il colore e la materia: due elementi che rimarranno centrali nel suo percorso.

Nei primi anni Sessanta ottiene una cattedra all’Università di Milano, città che diventerà il fulcro della sua attività. Qui apre uno studio nel quartiere di Brera e si inserisce in un ambiente culturale vivace, aperto alle sperimentazioni artistiche. Nel 1968 tiene la sua prima mostra personale alla Galleria Bergamini di Milano.

Pur non aderendo mai ufficialmente a un gruppo, Pinelli si avvicina alla Pittura Analitica, movimento che rifletteva sul linguaggio stesso della pittura. In questo contesto entra in contatto con artisti come Giorgio Griffa, Claudio Olivieri e Paolo Cotani. Si interessa anche all’Arte Povera e al Minimalismo, da cui riprende l’attenzione alle forme semplici e alla centralità dello spazio.

Determinante per la sua crescita artistica è anche l’incontro con le opere di Lucio Fontana. Fontana considerava la tela non più solo una superficie da dipingere, ma un oggetto tridimensionale da aprire. Seguendo questa idea, Pinelli comincia a pensare a quadri spezzati o vuoti al centro, nei quali la stessa parete diventa parte integrante dell’opera.

Nella prima metà degli anni Settanta realizza le serie Topologie e Monocromi. Con le Topologie sposta l’attenzione sulla cornice, che non è più un semplice bordo, ma diventa parte attiva dell’opera, spesso deformata o spezzata. Con i Monocromi invece, tratta il colore come se fosse una materia solida, quasi da modellare come una scultura.

Dalla metà degli anni Settanta sviluppa le Disseminazioni, opere formate da più elementi distribuiti sulla parete, considerata parte attiva del lavoro.

Negli anni Ottanta arricchisce questa poetica introducendo nuove relazioni tra i moduli disseminati. Sperimenta opere in cui due elementi vengono incrociati a forma di “X”, creando un dialogo di tensione e armonia. A questo periodo appartiene Pittura G.R. (1982), dove accoppia 36 mollettoni dipinti (18 gialli e 18 rossi) trasformandoli in elementi scultorei da disporre sulla parete. Ne nasce una sinfonia di forme e colori che supera la concezione tradizionale di “spazio del quadro”.

Dagli anni Novanta in poi la sua ricerca rimane variegata. In alcune opere i moduli diventano più compatti e densi, in altre si fanno più leggeri e radi. In ogni caso, resta costante l’idea della pittura come evento che si espande nello spazio e nel tempo.

Opera restaurata presso la Scuola di Restauro di Brera con tesi abilitante di Anna Cristinelli, 2021.