
Mostra "Scollamenti" ottobre 2025
La carriera artistica di Carla Accardi ha inizio a soli quindici anni, con una mostra di ritratti delle persone a lei care, organizzata presso un circolo di Trapani.
Il 1946 rappresenta un anno di svolta per l’artista che si trasferisce a Roma. Qui entra in contatto con Renato Guttuso e Gino Severini, abbandonando progressivamente la pittura figurativa per dedicarsi all’astrazione.
Nel 1947, insieme a Ugo Attardi, Pietro Consagra, Piero Dorazio, Mino Guerrini, Achille Perilli, Antionio Sanfilippo e Giulio Turcato, fonda la rivista Forma I, con lo scopo di dare ampio respiro alle nuove esperienze formaliste e astratte dei giovani artisti dell’ambiente romano. Fin da subito, la pittura di Accardi si orienta verso la ricerca della forma, delprocesso estetico e dell’oggettualità dell’arte, intesa inizialmente come legata alla materia di cui l’opera si compone. Durante tutta la sua carriera artistica, il suo tratto distintivo è stato il segno, prima autonomo e nitido, poi semplificato e ripetitivo, ma mai casuale.
La fase giovanile della sua pittura (1946 –1950), risente dell’influenza di Guttuso, soprattutto nelle forme post-cubiste e nei colori fauve, accesi e prorompenti. Nella prima metà degli anni ’50, in una fase di “crisi del colore”, essi vengono progressivamente abbandonati.
Accardi inizia a tracciare segni nitidi, ciascuno con una propria identità, in una colorazione ridotta al nero, al marrone e a diverse gradazioni di grigio. Sono molte le ragioni che la porteranno a questa scelta “antipittorica”: la fotografia in bianco e nero, la cartellonistica pubblicitaria e anche il riferimento alle saline siciliane della sua infanzia. Nello stesso periodo, Accardi compie una scelta radicale: rinuncia definitivamente all’uso del cavalletto, dipingendo su una superficie orizzontale, come un tavolo, o direttamente a terra.
Il periodo del “bianco e nero” sfocerà nelle serie dipinte fra il 1956 e il 1960: Integrazioni e Labirinti. I segni si intersecano fra loro, dando vita a una dimensione spaziale, intesa come un luogo da attraversare e perlustrare.Integrazione con grigio (1960) mostra segni che si sovrappongono e si addensano, perdendo la loro individualità formale e dando origine a un tracciato macroscopico che funge da struttura unificante dell’intera immagine. L’opera è realizzata con la tempera alla caseina, un legante che permette di diluire il pigmento con l’acqua, rendendolo coprente, quasi come una pasta che dà rilievo alla pittura, e opaco. I colori si mantengono sulla scala del grigio. Saranno forse queste prime sperimentazioni spaziali e teoriche a condurla, qualche anno dopo, alla creazione delle prime installazioni in sicofoil(fogli di plastica) tridimensionali e percorribili dallo spettatore, come Tenda e Triplice Tenda. In questo modo, l’artista estremizza la sua attitudine all’esplorazione, portando la pittura dalla dimensione della tela all’ambiente circostante, tridimensionale e abitabile.
Nel 1970 partecipa a Rivolta Femminile, il gruppo femminista fondato dall’amica Carla Lonzi. La sua identità di artista donna in un ambiente prevalentemente maschile non si tradusse mai in una presa di posizione teorica o politica esplicita nelle sue opere.