Incastro 1969
Collage di carta su tavola
50 × 122 cm
XIV Premio Termoli 1969

Mostra sub, 2023

Mostra "Scollamenti" ottobre 2025

Foto: Gianluca Di Ioia

Carlo Carchietti nasce a Roma nel 1922. La sua carriera inizia negli anni Cinquanta, quando partecipa a premi e concorsi di pittura in tutta Italia. Ottiene numerosi riconoscimenti, come il Premio Porto di Napoli, il Premio Messina e il Premio Amedeo Modigliani di Livorno. In questo periodo le sue opere sono ancora legate alla tradizione figurativa e paesaggistica.

Nel 1963 Carlo Carchietti è tra i fondatori del Gruppo Operativo R, dove la "R" indicava "romano", luogo di nascita del gruppo. Questa corrente artistica, sviluppatasi in Italia negli anni Sessanta, si caratterizzò per l'uso di processi sistematici e logico-matematici nella creazione artistica, con l'obiettivo di esplorare la percezione visiva e le sue dinamiche. Il gruppo "Operativo R" basò la propria produzione artistica sullo studio della resa ottica correlata alle leggi della psicologia dellaGestalt (percezione), producendo opere animate da motivi geometrici, simmetrie e contrasti di colore che spesso presentarono sovrapposizioni di griglie in bianco e nero, conferendo all'immagine una pluridimensionalità evidente.

Nel 1964, entra in contatto con Lucia Di Luciano, Giovanni Pizzo e Franco di Vito, tutti membri della corrente dell’Arte Programmata che, partendo dalla matematica e dalla tecnologia, creava opere meccaniche e dinamiche. Carchietti abbandona i soggetti tradizionali per concentrarsi sull’arte astratta, costruita con forme geometriche, linee e ritmi visivi. Le sue opere di questo periodo, che lui stesso chiama “operazioni”, riflettono l’idea dell’arte come indagine e sperimentazione più che come semplice immagine.

Alla fine degli anni Sessanta, Carchietti si avvicina alla tecnica del collage. Utilizza ritagli di carta, incastri e inserti di colore per creare composizioni che uniscono ordine e libertà. L’opera Collage n. 37 “Un omaggio al maestro” (1976), rappresenta bene questa fase: l’artista costruisce giochi visivi in cui pieni e vuoti dialogano tra loro.

Anche negli anni Ottanta e Novanta le sue opere restano legate a un forte senso dell’ordine e dell’equilibrio tra forma e colore.

Carlo Carchietti muore a Roma nel 2002. La sua opera, pur meno conosciuta rispetto a quella di altri artisti della sua generazione, occupa un posto importante nella storia delle avanguardie romane degli anni Sessanta e Settanta.

Ci sono due opere dell’artista nella collezione del Premio Termoli.