
Mostra "Scollamenti" ottobre 2025
Antonio Sanfilippo nasce a Partanna, in provincia di Trapani, nel 1923. Frequenta dal 1938 il Liceo Artistico di Palermo, ove ha tra gli amici più cari Pietro Consagra, con il quale condivide una iniziale vocazione alla scultura, nella quale fa i suoi esordi anche espositivi in una collettiva fiorentina. Nel dicembre del 1942 s’iscrive però al corso di pittura dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, ove è allievo di Felice Carena, che ne orienta i primi passi nella pittura. Dipinge spesso all’aperto, come attesta un permesso da lui richiesto per questo fine alle autorità militari. Rientrato a Partanna, viinsegna disegno presso l’Istituto Magistrale. Nel 1944, all’Accademia di Belle Arti di Palermo, conosce Carla Accardi; espone l’anno seguente al Teatro Massimo con Guttuso e altri giovani. Nel 1946 s’iscrive alla sezione palermitana del Partito Comunista. Nuovamente a Firenze, termina gli studi d’Accademia; quindi, si trasferisce a Roma. Alla fine dell’anno compie il viaggio di studio divenuto per tutti canonico a Parigi, con Accardi, Attardi, Maugeri, Turcato, Consagra. Il viaggio gli consente un utile sguardo sulla avanguardia europea, e soprattutto sulla pittura dei Jeunes peintres de tradition française.
Nel 1947 è tra i sottoscrittori del manifesto del Gruppo Forma e sperimenta le prime ipotesi neo-concrete, poi quelle astratte alle quali resterà sempre devoto. Partecipa a tutte le principali occasioni espositive del Gruppo Forma (come Arte astratta e concreta in Italia alla Galleria Nazionale di Roma nel 1951).
Nel 1948 espone alla V Quadriennale di Roma e alla XXIV Biennale di Venezia.
Dopo l’esordio nella storica edizione della Biennale del 1948, è nuovamente presente a Venezia nel 1954, nel 1964, e nel 1966 con una vasta e importante sala personale, che ne sancisce definitivamente il profilo di maestro dell’astrattismo italiano.
Nel 1949 si sposa con Carla Accardi.
Gli anni Sessanta vedono il definitivo affermarsi della sua pittura, in Italia e all’estero. Trascorso un breve momento di tangenza con l’informale più drammatico, magmatico e dilacerato, il segno, minuto adesso e invaso da colori diversi, si racchiude spesso in un grande ovale al centro della composizione. Nascono così le ‘nuvole’ e le ‘galassie’, fra le figure più tipiche e conosciute della sua pittura.
Nel 1971 tiene all’Editalia di Roma quella che sarà la sua ultima personale. Il segno s’è ora ingrandito, e si fa talora ironico e allusivo. Nell’ultimo tempo esso si orchestra sovente sui toni dell’ocra, dispiegato spesso su grandi dimensioni. Muore nel 1980 per i postumi di un incidente automobilistico.
In aprile la Galleria Nazionale d’Arte Moderna gli dedica una larga antologica.
(Biografia emendata dal sito dell'Archivio Sanfilippo)