Attraverso la memoria 1992
Acrilico su tela
50.5 × 40 cm

Mostra "Scollamenti" ottobre 2025

Foto: Paolo Lafratta

Fathi Hassan nasce nel 1957 a Il Cairo in Egitto; è originario della Nubia, antica regione situata fra l’Egitto e il Sudan, abbandonata dai genitori negli anni Cinquanta a causa della costruzione della diga di Assuan. Nel 1979, a 22 anni, ottieneuna borsa di studio dall’Istituto di Cultura Italiana del Cairo. Si trasferisce così a Napoli, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti e si laurea nel 1984 con una tesi sull’influenza dell’arte africana nel Cubismo.

Il soggiorno italiano è fondamentale per la crescita dell’artista: entra in contatto con il gallerista Lucio Amelio e con il gruppo Falso Movimento, compagnia teatrale sperimentale fondata a Napoli alla fine dei Settanta. Sempre in quegli anni, scopre l’arte rinascimentale, dalla quale rimane profondamente affascinato.

Hassan decide di percorrere una strada diversa sviluppando un linguaggio fatto di ripetizioni ossessive, che uniscono la scrittura della cultura mediorientale alla tradizione orale nubiana, tramandata a voce di generazione in generazione.

I suoi dipinti si concentrano sull’esplorazione visiva del linguaggio: antiche lingue cancellate dal dominio coloniale, rappresentate attraverso simboli e scrittura cufica, uno degli stili più antichi della calligrafia araba. L’attenzione per la scrittura è particolarmente evidente nelle opere della fase giovanile, create fra gli anni Ottanta e Novanta, in cui compaiono segni grafici ripetuti come motivi decorativi.

Un esempio è Attraverso la memoria (1992): qui i colori, vividi ma essenziali, dividono la superficie in quattro aree, ognuna caratterizzata da una diversa trama di segni. I simboli, veri o inventati, si ripetono e si intrecciano fra loro e creano una sorta di mappa della memoria di popoli antichi, dimenticati o cancellati da diaspore e da secoli di dominio coloniale; ma anche quella personale dell’artista, in cui convivono le origini africane e le influenze europee maturate nei luoghi in cui ha vissuto: dall’Egitto all’Italia, fino alla Scozia.

Fathi Hassan nel 1988 viene invitato da Dan Cameron e da Giovanni Carandente a esporre alla XXIII Edizione della Biennale di Venezia, nella sezione Spazio Aperto.

Nell’ultimo ciclo di lavori, composto da opere su carta, affianca agli studi calligrafici la sperimentazione con collage, figure simboliche e mosaici. In questa fase più recente del suo percorso, restano centrali il dialogo fra lingua scritta e parlata, l’appartenenza a culture diverse e l’attenzione verso chi è stato dimenticato.