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I killers 1962
tecnica mista con caolino, calze di nylon e garza su tela
100 × 80 cm
VII Premio Termoli 1962
Photo: Paolo Lafratta
by Archivio Franco Angeli

L’opera, presentata al VII Premio Termoli del 1962 insieme a L’erede (1962), si impone con l’evidenza di un monocromo “mai inteso come annullamento della figurazione, ma quale superficie ricettiva su cui far affiorare a nuovi significati le immagini”(1).

Nelle opere di questi anni, che provengono dall’ambito informale, iniziano a comparire, velati da calze di nylon, gesso e garze, le simbologie del potere, inizialmente svastiche, croci e mezzelune, che Angeli vede direttamente a Roma, città imperiale, papale e per venti anni sotto il dominio fascista: “Il contatto quotidiano e notturno con i Monumenti riemerse quando iniziai a fare i primi quadri: le Aquile, le Lupe, i ruderi, le lapidi appartenute alla mia infanzia facevano ormai parte della mia memoria visiva, della mia cultura passata e presente” ricorda Angeli(2). Le loro significazioni sono amplificate dalla scelta dei titoli, che dimostrano fin da subito l’intento politico dell’artista e l’attenzione agli avvenimenti storici e sociali: “svastiche, falci-e-martello, cimiteri di guerra, stelle rosse, stelle giudaiche, stelle inscritte in mezzelune algerine (…) un repertorio epico-araldico che tranquillamente consegna su una tela di aperta contemplazione storica torture, morti, sventramenti, stragi, epidemie di furore mentale e qualche mucchio di messianismi fasulli”(3).

Sono quei “frammenti capitolini”, sempre più riconoscibili nelle sue opere e che rappresentano l’elemento antitetico alla Pop art americana, un “alfabeto di simboli tanto contemporaneo e polemico quanto arcaico e lontano dal consumismo”(4).

Appartengono allo stesso anno Fiore partigiano (1962, tecnica mista, caolino e garza su tela, cm. 122x142), che lascia intravedere la presenza di una falce e martello, che verrà poi sempre più reiterata a simbolo della Resistenza e Le miniere di re Salomone (1962, tecnica mista, calze di nylon, inserti di giornale e velatino su tela, cm. 156x223), in cui la svastica si impone in tutta la sua tragica evidenza.


1 L. M. Barbero, Simbolo e memoria. Il percorso di Franco Angeli negli anni Sessanta, in Franco Angeli – gli anni 60, catalogo della mostra, (Franco Angeli. A selection of artworks from important European collections, Londra, Ronchini Gallery, 4 ottobre – 18 novembre 2017), Marsilio, Venezia 2017, p. 17.

2 Scritto autobiografico, dattiloscritto non datato, Roma, Archivio Franco Angeli.

3 M. Diacono, in Angeli, catalogo della mostra, (Roma, Galleria La Tartaruga, dal 6 giugno 1963), Roma 1963.

4 L. M. Barbero, cit., in Franco Angeli, Venezia 2017, p. 28.